miércoles, 3 de febrero de 2016

Luigi Malerba intervistato da Doriano Fasoli - Prima parte - 11'





Luigi Malerba


Questa volta vi proponiamo la prima parte dell'intervista fatta allo scrittore Luigi Malerba. Visitate la biblioteca Cesare Navari dove potrete trovare e portare a casa alcuni dei suoi libri, tra i quali:

- Che vergogna scrivere
- Citta' e dintorni
- Il circolo di granada
. Le maschere
- Testa d'argento.

Ecco un breve articolo tratto da www.recensionilibri.it la quale spiega la narrativa e lo stile dello scrittore.

 Buona lettura!

LUIGI MALERBA: LA POETICA

Il lavoro di Luigi Malerba mostra l’adesione ad un realismo concreto che si arricchisce di un intenso timbro surreale e onirico. Uno sguardo caustico e tagliente, con una ricerca costante di soluzioni narrative originali e stimolanti, così come la critica (un esempio fra tutti Pietro Butitta) aveva sempre sottolineato.
Con la prima opera La scoperta dell’alfabeto, Malerba attraverso le voci di contadini rimasti a guardare il mondo dai loro campi semiabbandonati, racconta anche la realtà attuale con le sue mancanze ed i suoi vizi.
Il serpente  è un romanzo simbolo della duplicità fra realtà ed astrazione in un vortice di frasi brevi, convulse, spezzate, con echi che rimandano a Dostoevskij e Poe. È la storia di un uomo che uccide e divora il corpo della compagna con una lucida interpretazione della sua ferocia, muovendosi con naturalezza negli scenari dell’assurdo. Un atto di autodenuncia, fra contraddizioni e aspetti surreali.
Luigi Malerba nei suoi romanzi dà un nuovo senso alla realtà. Ma bada anche all’introspezione ed alla psicologia come nel caso di Itaca per sempre, una riscrittura del ritorno di Ulisse a casa. Un’esperienza tutta interiorizzata dai punti di vista, dalle emozioni e dai pensieri di Penelope ed Ulisse.
Riflessioni profonde, caustiche, senza filtro sono raccolte nel Diario delle delusioni. La scrittura come partecipazione al processo della creazione, il senso della vita, lo scorrere del tempo. «Si avvicina un vecchio con i capelli bianchi. Cammina faticosamente reggendosi a un bastone. Mentre scrivo queste righe per la sceneggiatura di un film, improvvisamente mi rendo conto con sgomento che quel vecchio sono io. Mi sembrava di avere superato il concetto di vecchiaia anche se ho i capelli bianchi e sono malfermo su una gamba, ma sono bastate queste due righe, implacabili e perentorie come è sempre la scrittura, per convincermi alla resa davanti alla realtà.»

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