viernes, 15 de julio de 2016

Tiziano Terzani Riflessioni Sulla Vita





Terzani -z-⟩, Tiziano. - Giornalista e scrittore italiano (Firenze 1938 - Orsigna, Pistoia2004). Profondo conoscitore del continente asiatico, vi approdò per la prima volta nel 1965, inviato dall'Olivetti. Dapprima (1972) corrispondente da Singapore per Der Spiegel, T. collaborò con diversi giornali, tra cui Il Giorno, l'EspressoLa Repubblica, Il Messaggero e il Corriere della Sera, assistendo alle fasi cruciali della guerra in Vietnam (dalla cui esperienza nacque il suo primo libro:Pelle di leopardo1973) e alla presa del potere da parte dei comunisti (su cui incentrò Giai Phong! La liberazione di Saigon1976). Dal 1980 al 1984 visse a Pechino fino al momento dell’espulsione per attività controrivoluzionarie: esperienza che ispirò La porta proibita (1984). Dal 1985 al 1990 visse a Tokyo e in seguito a Bangkok,  finché nel 1994 si trasferì a Delhi, ritirandosi dalla professione nel 1996; l’anno seguente si aggiudicò il premio Luigi Barzini all'inviato speciale. Tra gli altri libri, vanno ricordati: Holocaust in Kambodscha (con A. Barth e A. Rashatasuvan, 1981);Buonanotte, signor Lenin! (1992); Un indovino mi disse (1995); In Asia (1998); Lettere contro la guerra (2002); Un altro giro di giostra. Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo (2004). Pubblicati postumi: La fine è il mio inizio (2006), conversazione biografica curata dal figlio Folco Terzani; Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia (2008), raccolta di reportage dall’Indocina curata dalla moglie A. Staude; Un mondo che non esiste più (2010), album che illustra trenta anni di viaggi in Asia con immagini selezionate dal figlio. Nel 2011 sono stati pubblicati i due volumi dell’opera omniaTutte le opere 1966-1992 e 1993-2004 curati da À. Loreti e il memoir Il mio fratellone Tiziano Terzani, scritto dal compagno di studi A. De Maio e da D. Satriano. Nel 2014, nel decennale della scomparsa, è stata pubblicata un'ampia scelta di appunti inediti che T. scrisse dal 1981, Un'idea di destino. Diari di una vita straordinaria.
Tratto da: www.treccani.it

martes, 31 de mayo de 2016

24 novembre 1826 nasce a Firenze Carlo Collodi





CARLO COLLODI
IL PAPA' DI PINOCCHIO

Lorenzini ‹-z-›, Carlo. - Giornalista e scrittore (Firenze 1826 - ivi 1890), noto soprattutto con lo pseudonimo di Collodi(dal borgo presso Pescia dove era nata sua madre). Autore di diversi libri per l'infanzia, il suo capolavoro rimane Le avventure di Pinocchio: storia di un burattino: per la vivezza della lingua, la scorrevolezza dello stile e l'umanità dei personaggi è tra i più felici risultati della letteratura italiana dell'Ottocento. È anche uno dei libri italiani più tradotti all'estero.
Vita. Partecipò alla prima e alla seconda guerra d'indipendenza. Giornalista attento a fatti e motivi di vita locale, dotato di una arguta vena bozzettistica, collaborò al foglio umoristico Il lampione (1848-49; nuova serie dal 1860), al giornale teatrale Lo scaramuccia, di cui fu anche direttore (1853-56), al Fanfulla, ecc. Dal 1860 al 1881 fu impiegato poco entusiasta presso la commissione di censura teatrale, e poi presso la prefettura di Firenze.
OPERE
Dalla sua attività come giornalista nacquero alcuni volumi, tra i suoi più felici: Macchiette (1880); Occhi e nasi (1881); e, postumi, a cura di G. RigutiniNote gaie e Divagazioni critico-umoristiche (entrambi 1892). Dopo aver pubblicato una singolare "guida storico-umoristica" (Un romanzo in vapore. Da Firenze a Livorno1856), tentò il romanzo sociale (I misteri di Firenze1857, incompiuto) e scrisse diverse commedie. Già maturo si diede alla letteratura per l'infanzia, traducendo le fiabe di Ch. Perrault (I racconti delle fate1875) e inaugurando, con Giannettino (1876), che nel titolo e nell'intento pedagogico-didattico si rifaceva al Giannetto di L. A. Parravicini, una fortunata serie di libri per le scuole:Minuzzolo (1878); Il viaggio per l'Italia di Giannettino (3 voll., 1880-87); Storie allegre (1887); ecc. Ma il suo capolavoro, e un classico del genere, è Le avventure di Pinocchio: storia di un burattino, apparso a puntate sul Giornale per i bambiniannesso al Fanfulla di F. Martini (1881-83) e pubblicato in vol. nel 1883 con illustrazioni di E. Mazzanti (ed. critica, in occasione del primo centenario, a cura di D. Castellani Pollidori, 1983): storia, universalmente nota, di un allegro e un po' scapestrato burattino di legno che solo attraverso innumerevoli e straordinarie vicissitudini riesce a trasformarsi in un ragazzo come tutti gli altri.


Il nipote Paolo (Firenze 1876 - ivi 1958), anch'egli scrittore per l'infanzia, adottò lo pseudonimo di Collodi Nipote. Contrario all'indirizzo "scientifico" della narrativa alla J. Verne, pubblicò varî libri, tra cui il fortunato Sussi e Biribissi. Storia di un viaggio verso il centro della Terra (1902).
www.treccani.it

viernes, 27 de mayo de 2016

Quer pasticciaccio brutto de via Merulana - Carlo Emilio Gadda





CARLO EMILIO GADDA


Dopo la laurea in ingegneria, esercitò tale professione in Italia e all'estero. Il primo impulso a scrivere gli venne dalla partecipazione, come ufficiale degli alpini, alla guerra 1915-18 (Giornale di guerra e di prigionia, pubbl. solo nel 1955 e, nella redazione più ampia, 1965, poi integrato con il Taccuino di Caporetto, post., 1992), che avviò una riflessione su uomini e cose centrata sui temi della conoscenza e del male (Meditazione milanese, del 1928, ma pubbl. solo nel 1974). Il documento più antico della sua vocazione di narratore (Le bizze del capitano in congedo e altri racconti, post., 1981), risale al 1918 e anticipa il progetto di un romanzo popolare che nel decennio successivo (con Racconto italiano di ignoto del Novecento del 1924-25La meccanica del 1926-29 e Novella seconda del 1928-30, ma pubblicati rispettivamente nel 1983, nel 1970 e nel 1971) farà da contrappunto alla ricerca filosofica e costituirà poi il lievito segreto degli stessi capolavori: i già citati La cognizione del dolore e Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. L'esordio ufficiale di G. risale all'esperienza solariana: presso le edizioni della rivista fiorentina uscirono infatti nel 1931 La madonna dei filosofi, nel 1934 Il castello di Udine. I migliori dei suoi racconti, per la felice commistione del dato più psicologico che culturale della sentitissima estrazione lombarda con la forma mentis scientifica e con il rovello conoscitivo ed espressivo, furono raccolti in L'Adalgisa (1944), il libro del congedo da Milano e dalle illusioni residue di un realismo di stampo ottocentesco che alla città sembravano connesse. Il trasferimento dello scrittore prima a Firenze e poi a Roma sembra favorire la stagione più felice di G., nel momento in cui, a cavallo della seconda guerra mondiale, le ossessioni private si riconoscono nella catastrofe generale e vi trovano la conferma dell'intrusione da lungo tempo presagita del Male o del Caos nella realtà contemporanea. Importante l'attività saggistica di G., soprattutto per I viaggi, la morte (1958), per Il Tempo e le opere (post., 1982) e per la già ricordata Meditazione milanese. Altre opere: Il primo libro delle favole (1952); Novelle del Ducato in fiamme (1953); Accoppiamenti giudiziosi (1963, comprensivo del precedente); I Luigi di Francia (1964); Il guerriero, l'amazzone, lo spirito della poesia nel verso immortale del Foscolo (1967). Postumi sono apparsi varî volumi di lettere: Lettere agli amici milanesi (1983); Lettere a una gentile signora(1983); L'ingegner fantasia. Lettere a Ugo Betti 1919-1930 (1984); A un amico fraterno. Lettere a Bonaventura Tecchi(1984); Lettere a Gianfranco Contini a cura del destinatario 1934-1967 (1988). Da ricordare l'ed. completa delle Operediretta da D. Isella per l'editore Garzanti (5 voll., 1988-93).

martes, 17 de mayo de 2016

Enrico Berlinguer 1^parte





ENRICO BERLINGUER


BerlinguèrEnrico. - Uomo politico italiano (Sassari 1922 - Padova 1984). Segretario del Partito comunista italiano dal 1972, deputato dal 1968 per tutte le legislature,  fu promotore dell'idea di un "compromesso storico" tra le due grandi forze popolari, quella comunista e quella democristiana, ma dopo la deludente esperienza dei governi di unità nazionale (1976-79) riportò il PCI all'opposizione; durante la sua segreteria guidò inoltre il partito verso il progressivo distacco dall'Unione Sovietica.
VITA E ATTIVITÀ
In contatto dal 1937 con gruppi antifascisti, nel 1943 aderì al Partito comunista italiano. Nell'immediato dopoguerra diresse il Fronte della gioventù prima a Milano e poi a Roma, entrando poco dopo nel Comitato centrale del PCI e nel 1948 nella direzione; dal 1949 al 1956 fu segretario generale del movimento giovanile comunista. Deputato dal 1968, fu eletto vicesegretario del PCI nel 1969 (XII congresso) e segretario generale nel marzo 1972 (XIII congresso). La sua linea, basata sul perseguimento dell'alleanza tra classe operaia e ceti medî, sull'affermazione del carattere laico del partito e, soprattutto, sulla proposta del "compromesso storico", si concretizzò, dopo i successi elettorali del PCI nel 1975-76, nella politica di unità nazionale (ag. 1976-genn. 1979). Dopo la conclusione negativa di tale esperienza e il ritorno dei comunisti all'opposizione (1979), B. cercò di far fronte alla difficile situazione in cui si era venuto a trovare il PCI, accentuata dalla crisi sociale e politica dei primi anni Ottanta, con una riaffermazione del suo carattere alternativo alla Democrazia cristiana (proposta di "alternativa democratica", del nov. 1980) e la prosecuzione del suo rinnovamento interno. In campo internazionale, la segreteria B. si è caratterizzata per il crescente distacco del PCI dall'Unione Sovietica (dall'esperienza eurocomunista degli anni Settanta alla dichiarazione del genn. 1982 circa l'esaurimento della "spinta propulsiva" della rivoluzione d'ottobre) e il perseguimento di una sua maggiore integrazione nell'ambito della sinistra europea occidentale.


Tratto da: www.treccani.it