jueves, 31 de marzo de 2016

Eduardo de Filippo - scena del caffè.mov





Il caffe' nel teatro di Eduardo de Filippo


 
   
 
L’autore - attore De Filippo in “Natale in casa Cupiello” del 1931, inserisce una scena nella quale il protagonista, Luca, rimprovera la moglie Concetta che, secondo,lui, non è in gradi preparare un buon caffè:

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 da “Natale in casa Cupiello”:

”Concè ti sei immortalata! Che bella schifezza che hai fatto! [  ] Non ti piglià collera Concè. Tu si una donna di casa e sai fare tante cose. Per esempio ‘a frittata c’ ’a cipolla, come la fai tu non la sa fare nessuno. È una pasticceria. Ma ‘o ccaffè non è cosa per te. [  ] Non lo sai fare e non lo vuoi fare, perché vuoi risparmiare. Col caffè non si risparmia. E’ pure la qualità scadente: chisto fete ‘e scarrafune...”.
In “Questi fantasmi”, commedia di Eduardo De Filippo del 1946, c’è una scena dove il protagonista in un lungo monologo, spiega al dirimpettaio come si prepara un buon caffè. Leggete la scena che è veramente “gustosa” ed istruttiva (provare per credere!):

PASQUALE (beatamente seduto fuori al balcone di sinistra, ha disposto, davanti a sé, un'altra sedia con sopra una guantiera una piccola macchinetta da caffè napoletana, una tazzina e un piattino. Mentre attende che il caffè sia pronto parla con dirimpettaio prof. Santanna)
A noialtri napoletani, toglierci questo poco di sfogo fuori al balcone... Io, per esempio,; a tutto rinuncierei tranne a questa tazzina di caffè, presa tranquillamente qua, fuori al balcone, dopo quell'oretta di sonno che uno si è fatta dopo mangiato. E me la devo fare io stesso, con mani. Questa è una macchinetta per quattro tazze, ma se ne possono ricavare pure sei, e se le tazze sono piccole pure otto per gli amici... il caffè costa cosi' caro...
(Ascolta, poi) Mia moglie non mi onora queste cose non le capisce. E' molto piu' giovane di me, sapete, e la nuova generazione ha perduto queste abitudini cbe, secondo me, sotto un certo punto di vista sono la poesia della vita; perché, oltre a farvi occupare il tempo, vi danno pure una certa serenità di spirito. Neh, scusate Chi mai potrebbe prepararmi un caffè come me lo preparo io, con lo stesso zelo... con la stessa cura Capirete che, dovendo servire me stesso, seguo le vere esperienze e non trascuro niente... Sul becco... lo vedete il becco?
(Prende la macchinetta in mano e indica il becco della caffettiera) Qua, professore, dove guardate? Questo...
(Ascolta) Vi piace sempre di scherzare.... No, no... scherzate pure... Sul becco io ci metto questo coppitello di carta...
(Lo mostra) Pare niente, questo coppitello ci ha la sua funzione... E gia' perché il fumo denso del primo caffe' che scorre, che poi e il piu carico, non si disperde. Come pure, professo', prima di colare l'acqua, che bisogna farla bollire per tre o quattro minuti, per lo meno, prima di colarla dicevo, nella parte interna della capsula bucherellata, bisogna cospargervi mezzo cucchiaino di polvere appena macinata piccolo segreto! In modo che, nel momento della colata qua, in pieno bollore, gia' si aromatizza per conto suo. Professo' voi pure vi divertite qualche volta, perché, spesso, vi vedo fare al vostro balcone a fare la stessa funzione. (Rimane in ascolto) E io pure. Anzi, siccome, come vi ho detto, mia moglie non collabora, me lo tosto da me...
(Ascolta) Pure voi, professo' ?.... E fate bene... Perché, quella, poi, è la cosa piu difficile: indovinare il punto giusto di cottura, il colore... A manto di monaco..... Color manto di monaco. È una grande soddisfazione ed evito pure di prendermi collera, perché se, per una dannata combinazione, per una mossa sbagliata, sapete... ve scappa 'a mano o' piezz' 'e coppa, s'aunisce a chello 'e sotto, se mmesca posa e ccafè... insomma, viene una zoza ... siccome l'ho fatto con le mie mani e nun m' 'a pozzo piglia' cu nisciuno, mi convinco che è buono e me lo bevo lo stesso.
(II caffè ormai è pronto) Professo', è passato.
(Versa il contenuto della macchinetta nella tazza e si dispone a bere) State servito?... Grazie. (Beve) Caspita, chesto è cafè... (Sentenzia) È ciucculata. Vedete quanto poco ci vuole per rendere felice un uomo: una tazzina presa tranquillamente qui fuori... con un simpatico dirimpettaio... Voi siete simpatico, professo'...
(Seguita a bere) mezza tazzina me la conservo, me la bevo tra una sigaretta l'altra. (Accende la sigaretta. al professore che gli avrà rivolto qualche domanda) Come?.... Non ho capito.
(Rimane in ascolto) Aaah... si', si'... Niente, professo'!

Tratto da: http://www.penisola.it/napoli/caffe-defilippo.php

sábado, 19 de marzo de 2016

Pronti Partenza...Via, alla scoperta di PARMA





Ormai le vacanze sono alle porte. Vi piacerebbe soggiornare in questa meravigliosa citta'?
Guardate questo meraviglioso documentario che vi raccontera' dei particolari interessanti della citta' di Parma.

Buona visione! 

sábado, 12 de marzo de 2016

La Locandiera - Nancy Brilli





La Locandiera
Carlo Goldoni

Riassunto:

La locandiera è una commedia in tre atti di Carlo Goldoni, composta nel 1751, al termine della collaborazione tra il commediografo e il teatro Sant’Angelo, e messa in scena all’apertura della stagione di carnevale 1752-1753. La trama verte attorno al personaggio della locandiera Mirandolina, che, aiutata dal cameriere Fabrizio, si trova a doversi difendere dalle proposte amorose dei clienti dell’albergo da loro gestito nei pressi di Firenze. Al centro delle vicende c’è sempre la vigile e smaliziata intelligenza di Mirandolina, che sa far prosperare la sua attività commerciale e mettere in scacco l’altezzoso cavaliere di Ripafratta, uno dei suoi pretendenti.
La locandiera è considerata uno degli esempi più riusciti della “commedia di carattere” goldoniana, con cui l’autore veneziano capovolge e rinnova la tradizione della Commedia dell’Arte.

sábado, 5 de marzo de 2016

Intervista ad Alberto Moravia





L'autore di questa settimana e' Alberto Moravia. Visitate la Cesare Navari e qui potrete trovare molti dei suoi libri.
Vi aspettiamo numerosi!
- Racconti romani
- La Ciociara
- Agostino
- Le ambizioni sbagliate
- 1934
- L'amore coniugale
- La bella vita
- I racconti
- Lo scialle andaluso


MoràviaAlberto. (propr. Alberto Pincherle Moravia). - Pseud. di Alberto Pincherle, scrittore (Roma 1907 - ivi 1990). Esordì con il realismo provocatorio de Gli indifferenti (1929), romanzo capitale nella letteratura italiana del Novecento che illustra, attraverso la storia di una famiglia, la decadenza morale della classe borghese sotto il fascismo. Il rapporto tra purezza e corruzione e l'osservazione delle trasformazioni sociali tornano nei suoi romanzi migliori: Agostino (1944), L'amore coniugale (1949), La ciociara (1957), La noia (1960), L'uomo che guarda (1985). Impegno controvoglia, 1980; Lettere dal Sahara, 1981; Inverno nucleare, 1986). Le opere di M. hanno avuto varie trasposizioni cinematografiche e sono state tradotte in molte lingue. Postumi sono usciti il romanzo La donna leopardo (1991), la raccolta di articoli Diario europeo (1992) e il volume di racconti Romildo (1994).